Grillo Parlante by Ivan Ingrilli

Libertà Di Scelta Per La Propria Salute

Libertà Di Scelta Per La Propria Salute

Grillo Parlante

Informazioni on-line

Site Map

Ambiente

Dietro AIDS e SARS

Globalizzazione e lobbying

Liberta' di cura

Medicine Naturali e Alternative

Personaggi e Tecnologie

Veleni chimici farmaceutici

Zen&art


Archivio articoli

 

Cosa leggo, link, collaborazioni:

  GIU' LE MANI DAI BAMBINI!
  Dr. L. Pauling Therapy
  The cure for Heart disease
  Ring Salute Mentale
  Dr. Joseph Mercola
  Natural Therapies for Chronic Illness
  Bolen Report
  Progetto MEG
  Complessita'
  Cancure.org
  Medicinenon
  VIVISECTION STOP
  AEPSI
  Oss. Ita. Salute Mentale
  Psicodiessea
  Naturmedica
  Vaccinetwork
  Federazione Comilva
  Mental Healt Project
  Rocco Manzi e Tiziana Maselli
  Shirley's Cafe
  La Nuova Medicina del Dr. Ryke Geerd Hamer
  European Consumers
  Thedoctorwithin
  Living Nutrition Magazine
  Institute for Science in Society
  Free Yurko Project
  NO MORE FAKE NEWS
  Un Sacco di Canapa
  Wikipedia - free encyclopedia
  Domenico De Simone
  Open Economy
  Afimo
  PR WATCH ! ! !
  Doctoryourself
  Informationguerrilla
  Nuovi Mondi Media
  Antipredazione Organi
  SUMERIA
  Consumers for health choice
  The health freedom movement
  STOP Codex Alimentarius
  The International Council for Health Freedom
  The Coalition for Natural Health
  Citizen Voice
  National Health Federation
  MayDay
  Dr. Anthony Rees
  CBG Network
  A Capo!
  Disinformazione
  Friends of Freedom
  Voglia di Terra
  Genitori contro autismo
  Safe minds
  Dr. Breggin
  Polaris Institute
  WHALE
  Rex Research
Dr. Rath
Horowitz
Hulda Clark
Life Extension
Lawrence Lessig
Howard Rheingold
Nexus Magazine:
La Leva di Archimede
VirusMyth
La Cosmica
SARS
What Really Happened

 

Communication Agents:

 


Dicembre 4, 2003

Censura, liberta' di pensiero e parola, il ruolo dei media dominanti

 

 

Categories

10 Ottobre 2003
Medialens

Ci assopiscono fino a sottometterci
La pubblicità e media dominanti

di David Edwards

Noi non pubblichiamo pubblicità di compagnie aeree vicino a storie di incidenti aerei.

La ‘stampa di qualità non ama parlare troppo apertamente del fatto che essa dipende per il 75% dei suoi utili dalla pubblicità delle multinazionali. Queste ultime, dopo tutto, sono istituzioni strettamente gerarchiche e non democratiche motivate da un’avidità senza limiti – è difficile conciliare i loro bisogni con la democrazia, i diritti umani e il diritto del pubblico di sapere. Immaginate come avremmo reagito all’idea della stampa sovietica ‘di qualità’ dipendente per il 75% dai fondi del Partito comunista.


Anche quando scrivono unicamente per gli addetti ai lavori dell’industria nelle sezioni dei giornali dedicate ai media, i giornalisti fanno molta attenzione ad evitare dichiarazioni troppo cattive sulla dipendenza dalla pubblicità. Un recente articolo di Ciar Byrne sul Guardian circa l’arrivo di un nuovo direttore al Daily Telegraph era intitolato, ‘Newland punta a lettori più giovani’ piuttosto che ‘Newland punta agli inserzionisti’. Scrive Byrne:

“il direttore in arrivo al Daily Telegraph, Martin Newland, vuole attrarre lettori più giovani mantenendo intatto il cuore dei suoi valori…”


Ma perché giovani lettori? Il nuovo direttore è solamente attratto dall’idea di un giornale più vivace, più giovanile? Byrne svela tutto:

“Attrarre lettori più anziani in una popolazione che invecchia sempre più non è necessariamente uno svantaggio. Comunque molti inserzionisti preferiscono affidare i loro affari a giornali che attraggono i giovani professionisti benestanti. Le inserzioni di lavoro sono un’altra fonte chiave per gli introiti dei quotidiani di grande formato. Comunque le cifre del NRS mostrano che il 32% dei lettori del Telegraph sono pensionati rispetto al 20% del Times.” (Byrne,‘Newland targets younger readers’, The Guardian, 1 Ottobre, 2003)


Vale la pena riflettere sul fatto che un giornale è disposto a correggersi radicalmente in modo da attrarre inserzionisti nella sua lotta per il profitto. Se noi poniamo la domanda, ‘i giornalisti del Telegraph sono liberi di criticare il dominio dei grandi imprenditori privati sulla società?’ Noi stiamo facendo la domanda con riferimento ad un giornale che si sta esattamente ristrutturando per “accogliere” il dominio dei grandi imprenditori privati sulla società. Il punto è che la domanda è ugualmente assurda per tutti i giornali che dipendono per il 75% dalla pubblicità – inclusi i tanto decantati, ma di fatto illusori difensori della democrazia come The Guardian, The Observer, e The Indipendent.

Il 1 Ottobre abbiamo scritto ad Alan Rusbridger, direttore del Guardian:

Caro Alan Spero tu stia bene. Aprendo pagina 18-19 del Guardian di oggi trovo una minuscolo riquadro nell’angolo in basso a sinistra di pagina 18, intitolata, ‘le vittime del riscaldamento del pianeta’. Si legge:

“uno studio condotto da scienziati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riscontrato che 160.000 persone muoiono a causa degli effetti collaterali derivanti dal riscaldamento del pianeta, che vanno dalla malaria alla malnutrizione, e le cifre potrebbero raddoppiare entro il 2020. – Reuters, London.”


Immediatamente a destra di questo riquadro, dispiegata attraverso la maggior parte delle due pagine, c’è una gigantesca pubblicità di macchine Lexus.

Perché, data la massiccia copertura offerta ai 3.000 morti dell’11 Settembre, fornite così poco spazio ad un rapporto molto credibile di 160.000 morti causati dai cambiamenti climatici? E Perché, dato la vostra enorme copertura di Al Qaeda e di altre fonti di assassinio e di caos, non avete quasi niente da dire sulle attività della Us National Association of Manifacturers, the US Chamber of Commerce, e altri grossi gruppi d’affari che si oppongono aspramente anche alla più futile delle azioni per combattere questi letali cambiamenti climatici? È perché questi organi sono costituiti da quegli stessi imprenditori inserzionisti dai quali il vostro giornale dipende per il 75% dei suoi utili?

L’ex CEO (chief executive officer, n.d.t.) del New York Times Arthur Sulzberger, ha ammesso una volta di aver fatto pressione sui suoi giornalisti affinchè presentassero la posizione dell’industria automobilistica su varie questioni, perché ciò “avrebbe influito sulla pubblicità”. Sei soggetto alla stessa pressione degli utili quando scrivete sul riscaldamento del clima e sulle attività dei fondamentalisti del combustibile fossile?

Distinti saluti

David Edwards Medialens

Ahimè, non abbiamo ricevuto alcuna risposta dal direttore del “più importante quotidiano liberale” della Gran Bretagna.

Il fatto che The Guardian è pesantemente dipendente dalla pubblicità di automobili non significa che gli è in qualche modo vietato di dire la verità sulla cause del cambiamento climatico, sugli ostacoli posti dall’imprenditoria all’azione per combattere questi cambiamenti, e cosi via. Ma in realtà l’intera questione circa il Guardian è che il suo formato, il suo contenuto e la sua veste grafica sono esattamente forgiati dai bisogni dei grandi imprenditori inserzionisti. In altre parole, l’intera struttura del Guardian è concepita per servire, non da elemento che connette il giornalismo “duro e puro” alla società come un tutto uno, ma come un connettore che collega le multinazionali inserzioniste al danaroso obiettivo lettori in possesso di un sacco di soldi da spendere.

In un sondaggio del 2000 effettuato dal Pew Centre for People & Press su 287 giornalisti, direttori e dirigenti , circa un terzo degli intervistati, ha detto che notizie che potrebbero “ledere gli interessi finanziari” dei loro media o di un inserzionista non vengono riportate. Il 41% ha detto che essi stessi ha evitato storie o ammorbidito i propri toni per giovare agli interessi della propria azienda. (www.fair.org, 'Fear & Favor 2000 - How Power Shapes The News', http://www.fair.org/ff2000.html)

in una intervista con Ralph Nader, David Barsamian ha chiesto:

“Non sarebbe irrazionale per loro [i media] perfino discutere del potere economico, visto che i loro finanziamenti e i loro sponsor vengono dalle grosse multinazionali?”


la replica di Nader:

“Molto irrazionale…[ci sono] un po’ di esempi quasi ogni anno dove c’è una qualche sorta di critica ai concessionari di automobili, e questi semplicemente tolgono la loro pubblicità dalle radio e dalle televisioni.” (Z Magazine, Febbraio 1995)


James Twitchell spiega perché c’è qualcosa in tutti i giornali che fa venire la pelle d’oca e umilia la mente:

“ Lo hai citato tu: la pubblicazione di pubblicità a tutta pagina, il ‘salto’ o la continuazione di una storia da pagina a pagina, l’aumento della divisione in sezioni ( come per le notizie, i cartoons, gli sport, la finanza, la proprietà immobiliare), il formato della pagina, immagini sfumate, il processo di stampa, l’uso del bianco e nero, poi del colore, le lotterie, ed infine gli abbonamenti scontati, tutto ciò è stato imposto agli editori dagli inserzionisti che sperano di trovare il pubblico obiettivo.” (citazione, Sharon Beder, Global Spin , Green Books, 1997, p.181)


Secondo gli analisti dei media Michael Jacobson e Laurie Ann Mazur, un ulteriore risalto di questo tipo di influenza è:

“Programmi televisivi che scorrono senza interruzione negli spot pubblicitari, evitando discussioni, sedandoci come un tranquillante elettronico.” (Jacobson and Mazur, Marketing Madness, Westview Press, 1995, pp.43-44)


Gli inserzionisti capiscono bene che l’altruismo e l’avidità sono in profondo contrasto psicologico – una mente piena di desiderio è probabile che sia indifferente alle sofferenze degli altri allo stesso modo in cui una mente compassionevole è probabile che sia indifferente agli ultimi ‘bisogni indotti dal marketing’.

Una delle ragioni per cui Carlton TV trasmette i documentari di Pilger molto interessanti e stimolanti dal punto di vista morale ed intellettuale alla ridicola ora delle 10.45 di sera - quando la maggior parte delle persone si trascina in giro con indosso il pigiama – è che i film di Pilger generano sdegno e pensiero critico nelle menti degli spettatori, non una ‘predisposizione all’acquisto’ favorevole agli inserzionisti. Ciò è inaccettabile per le radio e le televisioni Americane, che non mastrano affatto i film.

Nel suo ultimo documentario, Breaking The Silence, Pilger ha mostrato rifugiati dai villaggi afgani che tentano di sopravvivere tra le pericolosissime rovine dei palazzi Kabul. Un video mostra un bimbo piccolo che combatte coraggiosamente per trascinare a casa un grande contenitore giallo pieno di acqua contaminata. Era impossibile guardare questo affresco di fragilità umana e di coraggio senza guardare la pubblicità successiva, qualcuno che sbava di necrofilo piacere per qualche nuova auto, con disprezzo.

Allo stesso modo, sarebbe giusto dire che quelle appassionate campagne giornalistiche che denunciano la distruzione del nostro clima come risultato delle ossessioni ispirate dalle grandi imprese per le macchine ed altri beni di lusso non sfociasse senza interruzione in una pubblicità di due pagine delle macchine Lexus. Invece noi leggiamo delle ‘misurate’ e ‘ponderate’ e ‘proporzionate’ risposte al massimo crimine di questo e di qualsiasi altro secolo da parte dei nostri vecchi amici: i Signori delle Sfumature. Quando una serie di numeri del 2000 della rivista Time, sponsorizzati dalla Ford Motor Company, sui sostenitori della campagna per l’ambiente, mancarono di menzionare coloro che conducevano campagne contro le automobili, il direttore internazionale del Time ammise che menzionarle sarebbe inappropriato perché, dopotutto, “noi non pubblichiamo pubblicità di compagnie aeree vicino a storie di incidenti aerei”. (FAIR, op. cit., 2000)

Uccidere per incassare denaro.

A volte i legami tra l’influenza delle multinazionali e la cronaca giornalistica sono semplicemente osceni e sono nascosti al pubblico. Un promemoria internazionale emesso dalla compagnia del tabacco Philip Morris nel 1985 dichiarava:

“Ai media piace il denaro che guadagnano con le nostre pubblicità ed essi sono un alleato che noi possiamo e dobbiamo sfruttare…dovremmo fare uno sforzo concertato nei nostri principali mercati per spingere i media a scrivere articoli ed editoriali favorevoli alla posizione dell’industria sui vari aspetti delle controversia sul fumo.” (Tobacco Explained, Action on Smoking and Health, 25 Giugno 1998)


Scrivendo nell’Ottobre 2001 sulle pagine economiche dell’Observer – dover tale sincerità è normalmente seppellita – Peter Preston spiegava il fondamento logico dietro il sostegno del Times e di altri giornali alla campagna di bombardamento deciso ed immediato dell’Afghanistan. La propaganda dei media cominciò nel momento in cui le agenzie umanitarie stavano supplicando gli Stati Uniti di astenersi dal bombardamento per permettere ai convogli di aiuti di raggiungere i 7,5 milioni di Afgani affamati poiché si avvicinava l’inverno. Ma Preston scrisse di come, dopo l’11 Settembre, i media avevano i loro problemi:

“C’è un collasso nel mercato pubblicitario – Rupert Murdoch ha visto svanire 69 milioni di Sterline con le Torri Gemelle. Ci sono paghe ed assunzioni bloccate in tutti i giornali, e una folla di personale in eccesso da licenziare. 150 impiegati hanno perso il lavoro al Financial Times la settimana scorsa...Quando il Times – e non è affatto solo – vuole che si faccia qualcosa di decisivo sul terreno prima che “le tormente invernali inizino”, qualcosa ‘per mostrare che gli Stati Uniti sinceramente intendono combattere e vincere’, vuole anche una decisione che rimetta in moto il circuito pubblicitario e abbatta i costi delle assicurazioni. Quando critica aspramente la tesi del ‘tirarla per le lunghe’, ha inevitabilmente in mente il costo dell’ ‘aspettare fino alla prossima primavera’ ” (Peter Preston, 'Too much jaw-jaw on war-war - Colin Powell may be talking about a 'long haul', but the media has neither the stomach nor finances for a protracted campaign,' the Observer, 21 Ottobre, 2001)


La barbarie e la crudeltà di quello che Preston descriveva è incredibile. Considerate che mentre i direttori piagnucolavano a causa delle loro entrate nei loro confortevoli uffici londinesi, la reale minaccia di bombardamento costringeva l’allontanamento del personale delle organizzazioni umanitarie internazionali dall’Afghanistan, causando l’immediata interruzione dell’approvvigionamento di cibo. Di conseguenza, i rifugiati raggiungevano il Pakistan “dall’Afghanistan dopo viaggi difficili... descrivendo scene di disperazione e paura in patria poichè la minaccia di attacchi militari guidati dagli americani trasforma la loro eterna miseria in una potenziale catastrofe” riportava Douglas Frantz sul New York Times. (Frantz, 'Fear and Misery for Afghan Refugees,' The New York Times, 30 Settembre 2001).

“Il paese era appeso ad un filo,” riferì uno membro di un’organizzazione umanitaria evacuato, “e noi abbiamo tagliato proprio quel filo.” (Citazione, Noam Chomsky, estratto dalla Lakdawala Lecture, New Delhi, versione on line, 30 Dicembre 2001.www.zmag.org) Se c’è stata grande preoccupazione da parte dei direttori dei nostri media per il destino degli esseri umani che pagavano il prezzo di una “decisione” che avrebbe “rimesso in moto il circuito pubblicitario”, non si è vista. Delle 3.000 vittime dirette e delle migliaia di vittime sconosciute indirette dei bombardamenti, la storico Britannico Mark Curtis nota che “ le loro morti hanno ricevuto scarsissima attenzione da parte dei leader politici e dei media dominanti, che hanno ritenuto le vite afgane sacrificabili per vendicare l’attacco agli Stati Uniti.” (Curtis, Web of Deceit, Vintage, 2003, p. 49)

I lettori potrebbero corrugare la fronte al pensiero di come la riluttanza della stampa controllata dai grandi gruppi economici di contestare le bugie del New Labour sull’Iraq ben si adatti a questo quadro. Possiamo capire perchè il Guardian e l’Indipedent non vorrebbero naturalmente contestare seriamente il controllo della società da parte dei grandi gruppi economici, ma perchè proteggere il sostegno di Blair ad una politica estera nel Medio Oriente guidata dagli Stati Uniti?

In un recente articolo su Z Magazine, Edward Herman cita il Professor Lance Bennett che descrive l’azione dei media americani riguardo l’Iraq come una “quasi perfetta partecipazione giornalistica nelle operazioni di propaganda del governo.” Ma perchè questa partecipazione appassionata? Herman spiega:

“Il grande segmento di destra dei media ha funzionato come addetti stampa e capi della “claque” dell’amministrazione Bush, dando il tono ed aiutando a ridurre la parte liberale dei grandi gruppi mediatici ad un , anche se meno palese, atteggiamento di servilismo nei confronti del governo (sebbene molti di loro non avevano bisogno di essere ridotti a tanto).


“Ad un livello più profondo ciò riflette il fatto che la comunità imprenditoriale è molto soddisfatta dell’amministrazione Bush, che è stata spudoratamente aggressiva nel fornire tagli delle tasse, donazioni di risorse, riduzioni dei controlli ambientali, riduzioni del welfare state, ed ostacoli alle organizzazioni sindacali. Tale servizio ai bisogni dei potenti alimenta l’azione dei media dei grandi gruppi economici e di quelli sovvenzionati dalla pubblicità, che trattano un Bush in maniera molto diversa che un Clinton, un Gore, o un qualsiasi altro politico che si sforza di tenere a bada il mondo degli affari, ma che non è disposto a servire al 100 % i grandi gruppi economici.” (Edward Herman, ‘George Bush versus national security’ Z Magazine, Ottobre 2003)


Pressoché lo stesso vale per la Gran Bretagna dove Blair ed il suo “pragmatico” “Cancelliere di Ferro” sono stati a lungo i preferiti della City. Infatti la comunità imprenditoriale ed i media pro Blair sono stati per molti anni contrari a criticare il loro protettore di Downing Street. Potrebbe darsi che anch’essi siano stati recentemente allarmati dai metodi di governo preoccupantemente incostanti e totalitari di Blair con allusioni a vera e propria “pazzia” al Numero 10 da parte degli addetti ai lavori.

Il mondo degli affari è interessato ad un controllo plausibilmente mascherato da ‘democrazia’, non ad un trasparente offesa dei sentimenti popolari e del protocollo politico in una maniera che minacci di svegliare il sonnolento gigante dell’opinione pubblica. La marcia di 2 milioni di persone a Londra il 15 Febbraio, sebbene liquidata come inutile dai media, avrà senza dubbio fatto suonare seri campanelli d’allarme tra le autorità costituite.

Per le persone che vorrebbero gestirci come “tranquilli consumatori”, una crisi della democrazia di questo tipo – cioè, uno scoppio di ‘vera’ democrazia – è esattamente ciò che essi temono di più.


 


mandato da Ivan Ingrilli il Giovedì Dicembre 4 2003
aggiornato il Sabato Settembre 24 2005

URL of this article:
http://www.newmediaexplorer.org/ivaningrilli/2003/12/04/censura_liberta_di_pensiero_e_parola_il_ruolo_dei_media_dominanti.htm

 


Related Articles

La guerra degli OGM
Oggi, in Piemonte, eliminati altri 18 ettari di mais transgenico. Il pm Guariniello: "Biotech, danoso il via libera europeo" Ogm, è guerra dei ricorsi contro la distruzione dei campi Ma il ministro Alemanno avverte che dall'anno prossimo saranno aperte delle coltivazioni legali anche in Italia Un articolo di Paolo Griseri... [continua a leggere]
Luglio 14, 2003 - Ivan Ingrilli

Le bugie di Bush e Blair
Tempesta su Bush e Blair «Uranio dal Niger per Saddam», ma il dossier era falso: i democratici Usa chiedono un'inchiesta, a Londra il premier costretto a difendersi. Intanto in Iraq uccisi altri tre marines Infuriano le polemiche negli Stati uniti e in Gran Bretagna sulle motivazioni della guerra contro l'Iraq. Dopo le ammissioni della Casa bianca sul falso rapporto relativo all'uranio di Saddam Hussein, i democratici chiedono la convocazione... [continua a leggere]
Luglio 11, 2003 - Ivan Ingrilli

L'amministrazione Bush e le indagini della commissione.
La commissione bipartisan, incaricata di verificare se a seguito dell'attentato delle 2 torri, l'amministrazione Bush avesse compiuto abusi, ha tenuto ieri una conferenza stampa. Il portavoce repubblicano denuncia la difficoltà di indagare sugli abusi anche manifesti, seguiti all'attentato. In particolare sottolinea come la commissione reperisca con enormi difficoltà la documentazione richiesta e come la pretesa dell'amministrazione Bush di effettuare gli interrogatori dei funzionari solo se affiancati da membri dell'amministrazione stessa,... [continua a leggere]
Luglio 11, 2003 - Ivan Ingrilli

 

 

 


Readers' Comments

Post a comment















Security code:




Please enter the security code displayed on the above grid


Due to our anti-spamming policy the comments you are posting will show up online within few hours from the posting time.



 

Il Corpo E' L'Arco, La Mente E' La Freccia, TU Sei Il Bersaglio

 

Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons License.

Questo sito contiene idee, fatti e ricerche scientifiche controverse che potrebbero essere offensive per alcune persone ben educate. E' suggerita la supervisione dei genitori.
Gli scritti hanno solamente un intento informativo ed educativo. Consultare il proprio medico prima di utilizzare qualsiasi informazione trovata su questo sito. Qualsiasi materiale sotto copyright viene utilizzato senza nessun fine commerciale. Prosit. Amen.

 

773






 


Most Popular Articles

Beppe Grillo: "Disastro Italia"

Mito del Colesterolo: Nuove Linee Guida, Vecchia Propaganda Farmaceutica

Teflon: C8, PFOA uno dei tanti derivati del Fluoro

Ascorbato di potassio, studi e ricerche

Il mito del colesterolo: cosa causa infarti e cardiopatie?


Articoli più recenti

Cina: 100 milioni soffrono la carenza di Iodio...

Chi fermera' l'egemonia delle case farmaceutiche e il controllo su scienza e salute?

Teflon: C8, PFOA uno dei tanti derivati del Fluoro

Statine, statine e ancora statine per ogni problema: l'industria farmaceutica dell'inganno

Mito del Colesterolo: Nuove Linee Guida, Vecchia Propaganda Farmaceutica


Archive of all articles on this site


Most recent comments

Alternative Medicine Message Boards

P2: Licio Gelli e Propaganda 2

Quei matti fritti con l'elettroshock...

Dr. Eugene Mallove: assassinato pioniere della Fusione Fredda

Alternative Medicine Message Boards

 

Candida International

What Does MHRA Stand For??

Bono and Bush Party without Koch: AIDS Industry Makes a Mockery of Medical Science

Profit as Usual and to Hell with the Risks: Media Urge that Young Girls Receive Mandatory Cervical Cancer Vaccine

 

Health Supreme

Multiple sclerosis is Lyme disease: Anatomy of a cover-up

Chromotherapy in Cancer

Inclined Bed Therapy: Tilt your bed for healthful sleep

 

Share The Wealth

Artificial Water Fluoridation: Off To A Poor Start / Fluoride Injures The Newborn

Drinking Water Fluoridation is Genotoxic & Teratogenic

Democracy At Work? - PPM On Fluoride

"Evidence Be Damned...Patient Outcome Is Irrelevant" - From Helke

Why Remove Fluoride From Phosphate Rock To Make Fertilizer

 

Consensus

Islanda, quando il popolo sconfigge l'economia globale.

Il Giorno Fuori dal Tempo, Il significato energetico del 25 luglio

Rinaldo Lampis: L'uso Cosciente delle Energie

Attivazione nei Colli Euganei (PD) della Piramide di Luce

Contatti con gli Abitanti Invisibili della Natura

 

Diary of a Knowledge Broker

Giving It Away, Making Money

Greenhouses That Change the World

Cycles of Communication and Collaboration

What Is an "Integrated Solution"?

Thoughts about Value-Add