Il Dalai Lama sul collegamento tra scienza e spiritualità
Di Victoria Dolma
www.snowlionpub.comLa XIII Conferenza sulla Mente (Mind and Life Conference) è un evento annuale ideato dal Dalai Lama e sponsorizzato dalla Georgetown University Medical Center e dalla Johns Hopkins University School of Medicine. All’incontro sono presenti, oltre a scienziati, anche rappresentanti delle religioni cattoliche e buddiste.
Padre Thomas Keating, un monaco cistercense fondatore del Centering Prayer Movement, all’apertura ha affermato che “La spiritualità è l’aspetto interiore della religione, ed in questo siamo uno con i nostri fratelli e sorelle buddiste.
Stiamo scoprendo che anche gli scienziati percorrono un viaggio spirituale di scoperta, che ne siano o meno consapevoli. C’è più misticismo nella Nuova Fisica, di quanta ce ne sia in un sermone domenicale.”Attraverso i tre giorni della conferenza due temi principali si sono intrecciati: l’abilità del cervello, attraverso esercizi come la meditazione, a modificarsi (la neuroplasticità), e la necessità da parte della scienza di riconoscere che esistono aspetti della mente che non possiamo controllare.
Il Dalai Lama ha rammentato ai partecipanti che anche i grandi maestri siddha di Nalanda hanno raggiunto l’illuminazione tanto attraverso la meditazione quanto con la logica, e che esiste una reale necessità per una revisione del pensiero buddista.
“Alcune descrizioni tibetane della cosmologia sono una disgrazia che non possiamo accettare… d’ora in avanti l’educazione tradizionale monastica sarà supplementata da studi scientifici.”
Il dottor Wolf Singer, Direttore del Max Plank Institute for Brain Research (ricerca sul cervello) ha riportato che recenti studi sul cervello stanno rivoluzionando l’idea su come esso funzioni.
Mentre l’occidente ha sempre creduto al pensiero cartesiano che il cervello sia organizzato attorno ad un centro, verso il quale tutta l’informazione converge, la ricerca moderna rivela che, benché le aree cerebrali siano interconnesse, non esiste alcuna evidenza di un centro (o, secondo la terminologia budista, di un centro dove un “Io” sia localizzato).
In questo sistema diffuso i neuroni devono attivarsi in sincronia, o non potremmo usare la nostra immaginazione, integrare i vari sensi, o elaborare ogni tipo di memoria.
Il cervello schizofrenico ha difficoltà nella produzione e sincronizzazione delle onde cerebrali; un’osservazione che spiega il perché della difficoltà in individui affetti a coordinare i pensieri.
Collegata alla meditazione, la sua pratica sembra aumentare la sincronicità neuronale.Il Dottor Ralph Snyderman, docente di medicina alla Duke University ha presentato la sua opinione su come il dialogo scientifico-spirituale possa contribuire ad un approccio interìgrato verso il benessere dell’uomo.
“Come riusciamo a trovare il potenziale della mente? Dialogando con quelli che, per migliaia d’anni, hanno sviluppato conoscenze nella ricerca interiore. Questa è una tecnologia rigorosa.”Victoria Dolma
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Tradotto da rinaldo lampisSegnalato da Cristina Bassi
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mandato da Rinaldo Lampis il Sabato Marzo 4 2006
aggiornato il Lunedì Marzo 6 2006URL of this article:
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