Consensus by Rinaldo Lampis

Movimento per la libertà di pensiero e di cura

Movimento per la libertà di pensiero e di cura
Marzo 29, 2005

Dove si prendono molte infezioni? All'ospedale, naturalmente...

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Marzo 1955-Marzo 2005
dopo cinquant'anni dalla morte di Alexander Fleming...

Sono passati esattamente 50 anni da quando moriva Fleming, l'uomo che aveva
scoperto la presenza di sostanze antibiotiche nella muffa "a pennello".
Nel 1928, in un laboratorio londinese, scopri' per caso che una muffa
chiamata 'penicillium' ('muffa a forma di pennello')
impediva la riproduzione di alcuni batteri.

In quella muffa (in natura ce ne sono tante altre) vi si trovava una sostanza antibiotica, autenticamente naturale. Alexander Fleming, molto probabilmente, ci avrebbe pensato piu' volte se solo avesse potuto intuire cosa sarebbe accaduto da quella scoperta in poi. Difatti, da quella sostanza autenticamente naturale, nacque l'industria del farmaco chimico, che prese il totale sopravvento rivoluzionando tutto il sapere medico.
Con accaparramenti vari, e dopo piu' di 10 anni, nacque il primo antibiotico
sintetico: la Penicillina.

L'era dell'antibiotico-terapia era iniziata.
Nel giro di un decennio si formarono nuove classi di antibiotici, quali, per
esempio, nuove formule di Penicilline, dopo le Tetracicline, gli Aminoglicosidi,
e ancora dopo, i Macrolidi, fino a giungere ai recenti Chinolonici.

Il prezzo della Penicillina quando venne immessa sul mercato era altissimo, e
solo pochi potevano permetterselo. Successivamente, per legge di mercato il
costo inizio' ad abbassarsi. Ma, l'Industria del farmaco, poteva fermarsi li'?
Assolutamente no.
Nella avvincente storia dell'antibiotico-terapia, si celano studi, spionaggio e
tormenti.

Ci si accorse da subito che la stessa Penicillina (sintetica), dava dei
comportamenti biologici, che vennero successivamente denominati "resistenze".
Questo significava che il microrganismo (batterio), sensibile alla molecola
antibiotica (dal greco Bios - vita)
, successivamente subiva modifiche,
divenendo insensibile alla stessa sostanza.

Premio Nobel per la Medicina nel 1945, Alexander Fleming, figlio di altra
cultura medica, non avrebbe potuto davvero immaginare il mondo medico di oggi.
Ai tempi di Fleming si sapeva bene che il microrganismo inteso come batterio non
rappresentava l'elemento principale di una malattia, che era invece direttamente
mediata dalle predisposizioni di un individuo ("Il Batterio e' nulla, il Terreno
e' tutto").

Ma queste semplici nozioni erano molto piu saggie ed antiche.
Tale conoscenza medica e' vecchia e va indietro fino al tempo del medico
Ippocrate, nel 400 a.c..
Di tanta millenaria saggezza, in questi ultimi 50 anni, se ne e' fatta tomba.
E' avvenuto un genocidio di dottrina e verita'.
Fin quando?

Difatti stiamo praticamente andando controcorrente.
E la legge della natura non perdona coloro i quali non esercitano le sue
semplici regole. Innanzitutto il rischio di perdere la guerra contro il
microrganismo e' certamente possibile. I microrganismi di oggi sono cambiati,
diversi da quelli di solo 50 anni fa. Sembra un paradosso ma e' cosi'.

La farmacopea chimica ha rivoluzionato tutto: l'Uomo ed il suo Habitat naturale.
Solo il 10, o al massimo il 15 per cento dei pazienti affetti, ha una effettiva
necessita' di una terapia antibiotica
. Il 90-95 per cento delle infezioni non
necessiterebbero di un supporto terapeutico con antibiotici , ma si continua a
prescriverli in maniera sommaria ed irresponsabile.

Una delle aree mediche maggiormente citate, e' la Pediatria. Qui il consumo
dell'antibiotico-terapia ha toccato stime stellari. Spesso, il pediatra
prescrive dopo forte pressione dei genitori, apprensivi e mal informati.
Anche questa realta', e' vittima della malasanita' italiana.
Il medico e' debole nei confronti del paziente-padrone.
E se non prescrive perde il paziente.

Provate a far cosi' con un medico inglese, vi manda fuori dallo
studio dopo 10 secondi. E il cittadino avra' tutto da guadagnarci.
Ma in Italia le cose non stanno cosi'.
La mutua, cosi' come e' formulata, e' uno scempio: spesso dietro un massimalista
si cela la sudditanza al paziente, e non certo la professionalita' del medico.

Ritornando agli antibiotici, gli abusi hanno conseguenze gravissime: "l'effetto principale e' che stiamo perdendo la guerra". L'intelligenza, la "resistenza" da parte del batterio, e' un fenomeno molto piu' veloce, che non la velocita' di "costruire" e immettere sul mercato nuove molecole.

Negli ultimi 50 anni ci siamo ritrovati ad una sorta di inseguimento, paradossale per certi versi, tra l'intelligenza biologica del batterio a "mutare" e generare una resistenza, e quella di trovare molecole sempre piu' potenti contro il batterio. Non appena un nuovo antibiotico viene introdotto sul mercato, i batteri sviluppano la resistenza specifica a quel prodotto. I microrganismi, quali esseri viventi come tutti gli altri, subiscono le sollecitazioni dell'ambiente circostante,
modificandosi e cercando di sopravvivere. Quindi, ancora una volta, e'
l'intervento umano a permettere tutto cio'.

Ci sono studi che dimostrano che, se non si dovesse procedere ad un
miglioramento dell'approccio clinico-terapeutico, gli antibiotici rischieranno
di divenire del tutto inutilizzabili nel giro di 50 anni. Una formula
allarmistica? Nemmeno per idea.
Il medico attento, vigile e coscienzioso, conosce bene la realta' dei comuni
microrganismi, quali lo "Stafilococco Aureus", che sono divenuti del tutto
inattaccabili da qualsiasi antibiotico. Ma vi sono anche infezioni comuni che
non rispondono piu' a nessun trattamento farmacologico.

Anche l'O.M.S., diversi anni or sono, aveva lanciato l'allarme su questo
fenomeno. Le avvertenze a cui si rifaceva, erano innanzitutto l'eliminazione
degli antibiotici dalla catena alimentare, con la sostituzione di sostanze
naturali (omeopatiche)
altrettanto efficaci nell'impedire sovrainfezioni
batteriche.

Oggi non serve nemmeno assumere pastiglie antibiotiche per farne il pieno:
basta mangiare la carne. Malgrado segnalazioni su segnalazioni, specialisti del settore naturale, ecologisti, e la posizione di un organo autorevole come l'Organizzazione Mondiale della Sanita', si continua a procedere sempre nella medesima direzione: si imbottiscono senza sosta tutte le carni, di qualsiasi natura, manzo, pollame, ecc., e con antibiotici spesso acquistati sotto costo e
di scarso valore.

Non finisce qui. Le nostre carni sono arricchite al cortisone, per amplificarne
l'accrescimento e velocizzarlo. Chi non ha acquistato un bel pollo, che poi
cucinato si e' sgonfiato per incanto?
Non e' un caso che proprio in questi giorni con una interrogazione parlamentare
presentata dall'on. Aldo Perrotta (Forza Italia), e' stato chiesto quali
iniziative si intendono adottare per prevenire e fronteggiare le infezioni ospedaliere.

Chiaramente restiamo sempre piu' dubbiosi sui quantitativi dichiarati: si
calcola che su quasi 10 milioni di ricoveri all'anno (eccessivi e al di sopra
delle medie europee), circa mezzo milione sia per infezioni che sorgono proprio
all'interno dei nosocomi, e tra questi il 3% ha esiti fatali. Purtroppo siamo
convinti che la realta' sia ancora peggiore.

Nel testo di risposta del ministro Sirchia all'interrogazione, si citano le
infezioni piu' in vista. Sono diffuse -scrive il ministro- le setticemie, le
polmoniti, le infezioni da catetere venoso centrale, quelle urinarie e del sito
chirurgico.
Quanta fatica in meno per il cittadino se il proprio medico di famiglia potesse
gestire pap-test, ecografie, elettrocardiografie, esami ematochimici, tutti con
un risultato immediato, senza ulteriori file, spesso fatte negli sportelli di
una citta' inghiottita dal traffico.

E le file ai Pronto Soccorso?
Dati alla mano, grazie alla collaborazione di colleghi di tale area, solo il
3-4% vengono ospedalizzate. Il resto evidenzia la diffidenza e il cattivo
rapporto che il cittadino ha con il medico di famiglia.
E' molto piu semplice
"inventarsi" un probabile dolore toracico, e avere immediati esami clinici,
quali quelli ematologici, elettrocardiologici e/o radiografici e ecografici.
Un lavoro che sperpera risorse economiche e ingorga i presidi, a discapito del
cittadino che ne ha effettiva necessita'.

di Giuseppe Parisi
Avvertenze numero 2005-6 del 15 Marzo 2005

www.aduc.it/dyn/avvertenze


 


mandato da il Martedì Marzo 29 2005
aggiornato il Sabato Settembre 24 2005

URL of this article:
http://www.newmediaexplorer.org/rinaldo_lampis/2005/03/29/dove_si_prendono_molte_infezioni_allospedale_naturalmente.htm

 

 

 


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