Ricerca e finanziaria: la privatizzazione della scienza e dei ricercatori
 
CategoriesUn chiaro esempio del processo che ha portato le lobby internazionali al totale controllo della ricerca. I finanziamenti destinati alla ricerca e i ricercatori sono nettamente insufficienti. La nuova finanziaria e' chiaramente un ulteriore giro di vite. Cosi' come il recente caso della "perdita" del centro di ricerche di Nerviano (la Pfizer, recente acquisitrice di Pharmacia, non reputa il centro ricerche necessario!), l'attuale governo non sembra voler valorizzare i nostri ricercatori che sembrano essere destinati a dover accettare il compromesso di lavorare privatamente. Questi sono esempi di privatizzazione della ricerca che sta' alla base del nostro sviluppo. La vera ricerca destinata al progresso della nostra civilta', salute e benessere non puo' essere sporcata dagli interessi privati delle multianzionali, questo e' un fatto gravissimo.
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UNIVERSITA'
Un blocco delle assunzioni che espelle i giovani ricercatori
Gli atenei continuano a fare concorsi, ma la finanziaria lascia i vincitori fuori dalla vita lavorativa
CARLO CELLAMARE
SABINA MARINETTI
Fonte: Indymedia
L'Università italiana sta colando a picco. Anzi: viene colata a picco. In particolare la sua componente più giovane corre il rischio di essere impietosamente azzerata dalla Finanziaria 2004. La bozza della legge, ora in discussione alla Commissione Bilancio del Senato, prevede infatti il rinnovo del blocco delle assunzioni nell'Università, blocco presente già da un anno. Tutti coloro che, pur avendo sostenuto e vinto un concorso nel 2002, non sono stati assunti entro la fine di quell'anno, grazie alla passata Finanziaria, promulgata a fine 2002, hanno già visto bloccare la propria presa di servizio per il 2003. Durante quest'anno, poi, la situazione si è ulteriormente aggravata perché ovviamente le Università hanno continuato ad espletare i concorsi già banditi. Quindi ai ricercatori non assunti del 2002 si sono aggiunti quelli dell'anno in corso; e tutti ora vedono la propria assunzione nuovamente rimandata ad un'incerta data da destinarsi, con la dissimulata paura che finisca annullata per decorrenza dei termini. E, se per i professori associati e ordinari si tratta di un blocco nella progressione di carriera (fatto già di per sé molto grave), per i giovani ricercatori si tratta di una sostanziale espulsione dall'Università e quindi dalla vita lavorativa.
Incentivi all'invecchiamento
Attualmente i ricercatori vincitori di concorso che non hanno potuto prendere servizio sono 1.500 in tutta Italia (circa 1.300 ricercatori universitari e circa 200 negli altri Enti di ricerca). Si tratta di 1.500 persone, famiglie, che per l'anno prossimo contavano su uno stipendio (peraltro piuttosto basso, circa mille euro mensili) e non lo riceveranno. Una catastrofe, dal punto di vista dell'impatto sociale: la Termini Imerese dell'Università, di cui però nessuno sembra accorgersi. Un disastro reso ancora più grottesco dal fatto che (per le leggi già vigenti precedentemente) nessun concorso può essere regolarmente bandito senza copertura economica. Le assunzioni che il governo si rifiuta di perfezionare dovrebbero risultare, quindi, una voce irrilevante all'interno della Finanziaria: nel momento in cui un concorso per ricercatore viene bandito i fondi necessari sono infatti già individuati nel budget di ciascun Ateneo.
Va detto che a questo blocco è prevista una deroga, che però difficilmente arriverà a coprire il dieci percento dei posti necessari. Si tratta quindi di un palliativo che non farà altro che scatenare una guerra tra poveri, spesso resi ancora più poveri dagli anni di disoccupazione e precariato che fedelmente accompagnano fino al concorso chi sceglie di lavorare nell'università.
In questi giorni il governo sbandiera il suo sostegno alla scienza, le iniziative economiche per favorire il rientro in Italia dei cervelli fuggiti all'estero, i cospicui finanziamenti agli enti di ricerca privati. Simultaneamente, con questa norma, sancisce e incoraggia l'invecchiamento nell'Università pubblica italiana, favorisce l'emigrazione degli scienziati giovani, priva gli Atenei di forze che, oltre ad espletare l'ordinaria attività di ricerca, sostengono la didattica, tessono attivamente una rete di relazioni scientifiche con l'estero e presentano progetti che spesso ottengono consistenti finanziamenti europei.
Negli ultimi giorni alcuni parlamentari hanno presentato emendamenti in grado di risolvere il problema, almeno per i giovani ricercatori. Attualmente però la discussione in Parlamento, ed in particolare nelle Commissioni competenti del Senato, non arriva a soluzioni. Nel frattempo l'Università italiana, lentamente, continua a colare a picco.
mandato da Ivan Ingrilli il Giovedì Ottobre 23 2003
aggiornato il Sabato Settembre 24 2005URL of this article:
http://www.newmediaexplorer.org/ivaningrilli/2003/10/23/ricerca_e_finanziaria_la_privatizzazione_della_scienza_e_dei_ricercatori.htm
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